Qualcuno scrisse: “C’è una differenza straordinaria fra un seno bello… e un seno qualsiasi.”
Forma e dimensioni possono variare, ma l’interesse rimane alto ed è da sempre stato così popolare da venirne spesso celebrato dall’arte fin dai tempi più antichi. Mostrare il seno, fino agli inizi del 19° secolo, non era considerato troppo scandaloso, dove l’abbondanza di dee e ninfe nude che scherzano nei boschi è sempre stata vista come cosa normale nell’arte occidentale. Paradossalmente al giorno d’oggi viviamo in una società dove i seni scoperti sono invece ancora un tabù.
L’estetica del seno nella storia dell’arte, è un aspetto che vale la pena osservare e considerare per meglio cogliere come la percezione del nostro corpo e di quello altrui, sia il frutto dell’immagine che nel tempo l’arte e la cultura hanno evocato ed evocano di esso. Sono molti i dipinti e le opere che hanno come oggetto il seno femminile.
Questo può indurci a una riflessione sui significati che esso porta con sé in quanto oggetto che cattura l’attenzione, oltre che elemento d’ispirazione erotica. Come nel caso del dipinto che quest’articolo prende ad esempio, sono molti i pittori che esaltano tale parte del corpo senza forzarne l’aspetto estetico, anzi i corpi delle due figure sono armoniosi e sensuali. Potremmo dire che è una raffigurazione atipica rispetto all’immagine di donna a cui siamo oggi abituati. Segno evidente che l’arte, sull’estetica, ha ben compreso ciò che la moda non ha intenzione di tenere in considerazione, e cioè che le misure del seno devono essere in armonia con il resto del corpo della donna.
La storia ci mostra come il seno sia stato rappresentato nel tempo sempre in virtù della sua valenza, sia che quest’ultima fosse erotica, sia che fosse materna. Questo dipinto presente nel Louvre, di un anonimo pittore del tardo cinquecento della scuola di Fontainebleau, riproduce su tela una storia affascinante ponendo il seno al centro dell’attenzione e rivestendolo di entrambi i suoi significati. Una delle due donne è amante del re di Francia Enrico IV e da lui aspetta un bambino. Questa combinazione di ruoli esprime il potere del seno sia come simbolo di femminilità e sensualità sia come emblema di fertilità. Tale interpretazione, se integrata alla concezione che una donna ha di sé, consente di ampliare la visione del proprio corpo in tutte le sue espressioni, estetiche e no.
Il seno, quindi, è un elemento del corpo femminile che può essere sottoposto a censura oppure a esibizione, può essere nascosto o mostrato senza pudore, ma al di là delle concezioni personali o sociali sull’estetica, che cambiano a seconda dei vari momenti storici, la cosa più bella che una donna può arrivare a percepire, è che il seno sia qualcosa che appartiene a lei prima che agli altri e alle concezioni che gli altri ne possono avere.
In molte società europee tra il Rinascimento e il 19° secolo, i seni esposti erano accettati dalla censura, mentre gambe, caviglie o spalle scoperte di una donna venivano considerate osé. In passato, molti artisti furono fortemente influenzati dagli stili classici della cultura greca e immagini di donne nude e semi-nude hanno sempre proliferato nell’arte pittorica, nella scultura e architettura del periodo. Nei circoli aristocratici e di alta classe l’esposizione dei seni nei ritratti, invocava associazioni con la mitologica bellezza greca e un forma del seno classico veniva spesso considerato come uno status symbol, come un segno di eleganza, ricchezza o posizione sociale.
Inviterei alla riflessione su come il proprio seno, affinché possa piacere, debba essere anzitutto parte di un corpo consapevole dei significati della propria femminilità che, tra le altre cose, sposa l’erotismo con la fertilità, due fattori che non dovrebbero essere scissi, come se una donna non potesse integrare in sé questi due aspetti opposti e complementari, ma che invece sono stati molto spesso considerati separatamente.
Il seno dunque, prima di essere qualcosa da usare per piacere all’altro, deve esser un piacere per se stesse, perché non è un vestito da mostrare o esibire, ma è qualcosa con cui sentirsi bene. Scoprire o celare, poco importa ma sicuramente non ostentandolo a simbolo di una femminilità, che laddove è ben vissuta, la si esprimerà nella migliore delle maniere, senza bisogno di mettere in mostra alcunché, tanto meno con gli eccessi nelle forme e nei volumi.
Dunque, così come il “soma” (il corpo) non è separato dalla “psiche” (la mente, l’anima), il seno non è un elemento esterno rispetto al sé, ma parte fondante del proprio essere femminile in tutta la sua complessità. Le molteplici sfaccettature della femminilità vanno, ad esempio, dall’aspetto materno, purtroppo spesso associato a un seno prorompente (riferimento mentale da cui la società dovrebbe liberarsi, riflettendo sul fatto che l’accudimento materno non passa necessariamente da un’abbondanza nutritiva), all’aspetto più erotico, dove l’armonia delle forme è tanto più sensuale quanto più la donna si sente a proprio agio e consapevole delle sue intrinseche particolarità e unicità.
Organo misterioso, addirittura “centro della follia” nel Medioevo, da strizzare per curare la pazzia delle donne malate. Seno come simbolo nel contempo religioso e profano, metafora insieme di purezza e di peccato, di santita’ e perdizione, di fertile salubrita’ e incombente malattia.
Nella molteplice peculiarità delle forme del corpo femminile, ogni donna può dipingere, come se il proprio corpo e il proprio seno fossero una tela d’artista, come vuole ciò che vuole, in armonia con se stessa, senza cedere la propria femminilità alle mode del momento.
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Interessante articolo, puntuale, efficace e condiviso in qualità di docente di disegno e storia dell’arte, nonchè artista e con un vissuto di mastectomia molto recente. A tal proposito sto effettuando delle ricerche singolari che mi serviranno a scopi artistici.
Grazie di cuore per il suo sensibile commento.
Dott. Marco Berloco