Anestesia Generale o Locale
Quale delle due è consigliata?
Come per tutte le cose ci sono vantaggi e svantaggi in entrambe le metodiche. Ma se come è logico si deve necessariamente prediligere l’aspetto fondamentale della sicurezza, allora, grazie all’esperienza acquisita nel tempo e valutando i rischi connessi e le possibili complicanze, ritengo l’anestesia generale, in accordo con la stragrande maggioranza dei colleghi e di tutti gli anestesisti con cui ho lavorato fino ad oggi, la scelta più corretta, sicura e confortevole sia per la paziente che per il chirurgo.
Per uno Specialista poter lavorare senza doversi continuamente preoccupare che la paziente possa sentire dolore o farsi prendere da un attacco di panico durante l’intervento (come potrebbe accadere durante un’anestesia locale), sapendo invece che sta dormendo e che non sente nulla, con una pressione del sangue ed un respiro regolare e stabile sotto il costante controllo dell’anestesista, gli permette di potersi concentrare su tutte le fasi delicate dell’intervento, eseguendolo nella maniera più precisa e rapida possibile.
In un recente passato, l’impiego e l’abuso di metodiche anestesiologiche locali con sedazione ha favorito la promozione, nel campo della chirurgia estetica, di questo tipo di anestesia parziale a discapito di quella generale, soprattutto da un punto di vista di miglior accettazione psicologica da parte dei pazienti. I chiari vantaggi nel proporre questo tipo di anestesia sono per lo più legati al diffondersi della pratica chirurgica ambulatoriale, permettendo costi di gestione di gran lunga più economici ed allettanti.
Il fatto che gli interventi di chirurgia estetica siano spesso considerati interventi mini invasivi e di superficie, ha generato l’errata percezione, da parte delle persone, che siano interventi totalmente sicuri e che si possa fare tutto in anestesia locale. L’innata paura del “non risvegliarsi più dall’anestesia” e quindi la predisposizione ad accettare ben volentieri metodiche anestesiologiche locali da parte delle pazienti, ha portato ad un’erronea sottovalutazione dei rischi legati all’intervento chirurgico in se.
Purtroppo nel tempo le cronache hanno spesso sottolineato la pericolosità dell’escuzione di interventi in strutture non adeguate dove non sia possibile in emergenza intubare il paziente per stabilizzarlo in caso di complicanza.
Ecco perché preferisco salvaguardare e garantire il massimo livello di sicurezza per le mie pazienti effettuando la quasi totalità degli interventi di chirurgia estetica della mammella in Anestesia Generale.
Per anestesia generale si intende un trattamento che consente al paziente di dormire durante le procedure chirurgiche, in modo da non sentire alcun dolore e di non aver percezione di tutte le fasi dell’intervento. Psicologicamente non si subisce il trauma della paura e del panico indotto a volte dalle sgradevoli sensazioni tattili o dei rumori che normalmente si percepiscono durante l’intervento in caso di semplice anestesia locale.
Ovviamente non tutte le anestesie generali sono uguali. Le nuove tecnologie e l’esperienza acquisita negli anni su questo tipo di chirurgia di superficie, ha permesso di mettere a punto un’anestesia generale bilanciata molto leggera e modulabile, che grazie a farmaci di ultimissima generazione, garantisce un controllo totale della percezione del dolore e un risveglio rapido e privo di quegli sgraditi effetti secondari che si avevano in passato.
La paziente non si accorgerà di nulla, dall’inizio alla fine.
Tutte le Fasi
Nella maggior parte dei casi, la paziente deve iniziare un digiuno completo da solidi e da liquidi circa 6-8 ore prima dell’intervento, per permettere allo stomaco di essere il più possibile vuoto prima di sottoporsi all’anestesia.
Potrebbe essere necessario evitare l’assunzione di alcuni farmaci, ad esempio i fluidificanti del sangue come l’aspirina, per almeno una settimana prima della procedura.
La visita anestesiologica
Prima di ricevere l’anestesia generale la paziente parlerà con l’anestesista che verificherà nuovamente tutti gli esami preoperatori e porrà alcune domande su:
-La storia medica ( è importante segnalare ogni patologia di cui si è sofferto in passato )
-I farmaci che si stanno assumendo.
-Le allergie di cui eventualmente si soffre.
-Le esperienze passate con eventuali precedenti anestesie.
L’anestesia
Prima dell’anestesia vera e propria, viene somministrata una pre-anestesia con lo scopo di rilassare quanto più possibile la paziente, eliminando tutte quelle sgradevoli paure e tensioni, normali in chi si appresta a sottoporsi ad intervento chirurgico. Dopo aver fatto accomodare la paziente sul lettino operatorio, viene progressivamente somministrato l’anestetico generale per tutto il tempo necessario all’intervento. In tal modo non sarà cosciente di nulla fino a che il chirurgo non avrà concluso ed eseguito la fasciatura finale.
Per gli interventi di breve durata esistono attualmente metodiche alternative alla classica intubazione endotracheale. Le maschere laringee sono presidi molto più confortevoli per il paziente.
Il collegamento ad un respiratore automatico garantirà che il paziente possa ricevere, per tutta la durata dell’intervento, un’adeguata quantità di ossigeno e di gas anestetici. Durante l’operazione il battito cardiaco, la pressione e la concentrazione dell’ossigeno nel sangue saranno controllati scrupolosamente dall’anestesista attraverso l’aiuto di speciali monitor. Grazie a sofisticati sistemi di sicurezza ed allarme viene esclusa del tutto la possibilità di un risveglio precoce ad intervento non completato.
In uno studio internazionale condotto negli anni recenti, il rischio di complicanze da anestesia generale è stimato nell’ordine di 1/184.000. Questo significa che è circa 25 volte inferiore al rischio di avere un grave incidente automobilistico ed è paragonabile, da un punto di vista probabilistico, al rischio che si correrebbe facendo un lungo viaggio in aereo. Parlando in termini semplicistici, si ha quindi molta più probabilità di essere coinvolti in un grave incidente stradale nella vita quotidiana, che la possibilità che si verifichi una complicanza grave durante un’anestesia generale.
Solamente in casi selezionati di interventi rapidi che non superano i 60 minuti e per motivazioni specifiche decise dall’anestesista, si potrà ricorrere ad un tipo di anestesia locale con sedazione in cui la paziente viene mantenuta in uno stato di semi incoscienza per tutta la durata dell’intervento.
Il risveglio
A medicazione ultimata, l’anestesista interrompe la somministrazione dei farmaci anestetici ed induce un risveglio soft.