Qualcuno scrisse: “L’allattamento materno è uno dei gesti naturali più potenti e simbolici che noi esseri umani possiamo compiere”
Negli interventi di chirurgia estetica del seno è di fondamentale importanza fare di tutto per salvaguardare la funzionalità della ghiandola mammaria perchè l’allattamento al seno ha effetti che trascendono il naturale ruolo di assicurare al neonato il nutrimento di cui ha bisogno: l’esperienza dell’allattamento è l’esperienza centrale della vita del bambino, è l’evento centrale dell’esistenza infantile, il mattone fondamentale su cui, se tutto va bene, il bambino costruirà la sua fiducia in se stesso e nelle persone significative della sua vita.
Ecco perché, per rispettare la delicata anatomia del seno, si dovrebbero evitare nelle giovani donne interventi di mastoplastica additiva con accesso trans areolare e l’utilizzo di protesi di grandi dimensioni che per compressione potrebbero portare ad una atrofia ed ipofunzione della ghiandola.
Le mammelle sono ghiandole esocrine, cioè a secrezione esterna, pari e simmetriche, situate nella regione anteriore del torace tra la terza e la sesta costola. Analizzando l’anatomia del seno si può vedere che la mammella è costituita perlopiù da tessuto adiposo (grasso), tessuto connettivo (che riempie gli spazi posti tra ghiandola e grasso) e dal tessuto ghiandolare vero e proprio. La ghiandola è suddivisa in LOBI normalmente in numero di 15/20 a loro volta costituiti da unità più elementari detti LOBULI, dai quali si diparte una rete di canali (o DOTTI ) che, dalla periferia della ghiandola stessa (confluendo tra loro a formare i dotti galattofori di calibro maggiore) si portano fino al capezzolo dove sboccano.
Nel connettivo della ghiandola si diramano arterie, vene, dotti linfatici e nervi che avvolgono come una fitta rete l’organo. In particolare i piccoli vasi linfatici che portano la linfa dalla ghiandola confluiscono in “collettori” (stazioni di raccolta e filtraggio) che si trovano a livello prevalentemente ascellare: i linfonodi.
La mammella è un tessuto che è “sotto controllo” ormonale ecco perché essa varia di aspetto nelle diverse fasi del ciclo mestruale. La forma esterna della mammella, cioè la prominenza del seno, viene determinata non solo dal complesso dei lobi, ma anche dallo sviluppo del tessuto adiposo, in quantità variabile a seconda della costituzione fisica individuale, posto intorno e tra gli acini che formano la ghiandola. Non esiste una forma ideale per il seno e neppure una misura ottimale, ma ci sono tipologie ben distinte caratterizzate da molti fattori come la costituzione, l’età o la razza.
Un’altro aspetto fondamentale da comprendere dell’anatomia del seno è che, come tutto ciò che di doppio vi è sul corpo, anche le mammelle sono molto spesso asimmetriche e una delle due è più voluminosa dell’altra; circa l’ 80% delle donne ha un seno più grosso o posto leggermente più in alto o in basso dell’altro. Generalmente l’asimmetria si manifesta durante l’adolescenza nel periodo dello sviluppo, ma non deve preoccupare né a livello estetico né sotto il profilo della salute tranne nei casi in cui il difetto è molto evidente.
Le donne dal seno piuttosto piccolo hanno spesso il timore che non saranno in grado di allattare. Per una curiosa ironia, potrebbero essere invece in grado di allattare con più efficienza delle loro amiche più prosperose. Esse hanno infatti meno tessuto adiposo, che dà al seno la sua forma emisferica ma che ha poco a che fare con la produzione di latte.
Il seno non possiede una muscolatura propria, ma poggia sul muscolo grande pettorale al quale è saldato attraverso i legamenti sospensori. Quindi fatica inutile ammazzarsi di palestra nella speranza che il seno possa risalire e rassodarsi… si rischia solo di peggiorare la situazione. Unici muscoli presenti nel seno sono quelli piccolissimi situati attorno ai dotti lattiferi per espellere il latte e altri nel capezzolo che hanno il compito di ergerlo. Il capezzolo, formato da tessuto erettile, è costituto dall’estremità dei dotti galattofori e da tessuto connettivo, dove si trovano fibre muscolari lisce, disposte sia a raggiera sia in modo circolare, che si estendono nell’areola fino a formare il muscolo areolo-mammillare. Generalmente il capezzolo ha una forma cilindrica o conica, è alto circa 1/1,5 cm mentre il diametro areolare varia tra i 3 e i 6 cm.
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